«Un’altra Difesa è possibile», al via una raccolta firme

INIZIATIVA. Il Movimento Nonviolento di Verona coordina la petizione una nuova norma per la creazione di un dipartimento della difesa civile

Valpiana: «È la nostra risposta ai tagli al Servizio civile voluti dal Governo e alla conferma degli F35»

Chi l’ha detto che per difendere la propria nazione sia necessaria solo la forza militare? Per circa 200 associazioni «un’altra Difesa è possibile». È questo infatti il titolo della campagna di raccolta firme per presentare alla Camera dei deputati una proposta di legge di iniziativa popolare per creare un dipartimento della Difesa civile non armata e non violenta.
L’iniziativa è sostenuta da sei reti nazionali: Icp (Interventi civili di pace), Cnesc (conferenza nazionale enti per il servizio civile), il Forum nazionale servizio civile, Sbilanciamoci, Rete della pace e ControllArmi, e il tutto è coordinato dalla segreteria nazionale del Movimento Noviolento di Verona. «La Costituzione dice che l’Italia ha il diritto di difendersi, ma non dice che deve necessariamente farlo con le armi», spiega Mao Valpiana del Movimento Nonviolento. «E difenderci da cosa? Il servizio civile, la protezione civile, i corpi civili di pace sono tutte forme di difesa dai veri pericoli, come la minaccia ambientale e quella data dalla crisi. Invece di affidarci a istituzioni diverse e non coordinate, questa proposta di legge popolare vuole raggrupparle in un unico organismo nazionale dotato di fondi propri, in parte dirottati dalle spese per gli armamenti e in parte da quello che i cittadini vorranno dare con l’istituzione del 6 per mille dalla dichiarazione dei redditi».
Dal 10 dicembre, Giornata mondiale dei Diritti umani, con il sostegno di Arci, Cgil e altre associazioni scaligere, si apriranno a Porta Borsari i gazebo per la raccolta delle firme. «Questa iniziativa è anche la nostra risposta alle ultime scelte del Governo che, al contrario di quanto promesso da Renzi, riduce al minimo storico il numero dei ragazzi al servizio civile portandolo a 9mila dopo averne annunciato 100mila, uccidendo così questa importante istituzione, e alla retromarcia in Commissione Difesa sugli F35, rimangiandosi la paventata riduzione dell’armamento aereo», dice Valpiana. «La proposta di legge è la naturale prosecuzione dell’Arena di pace e disarmo che ha portato una serie di
atti positivi», sottolinea Michela Faccioli (Arci). «È una azione locale che però può avere effetti mondiali», sottolinea Elisa Kidanè di Combonifem. «Sabato terremo un seminario per preparare i volontari ai gazebo», conclude Daniele Sartori (Cgil).

 

Giorgia Cozzolino

Tratto da “L’Arena” del 28 novembre 2014

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