Una riflessione di Francesco Vignarca (Coordinatore Rete Italiana per il Disarmo)
Favorire la partecipazione di persone ed organizzazioni
Eccoci, ci siamo. Dopo una lunga gestazione ed un percorso approfondito prende finalmente il via la Campagna della società civile per dotare di strutture e risorse la “Difesa civile, non armata e nonviolenta”. Una iniziativa voluta dalle principali reti pacifiste, disarmiste e del servizio civile del nostro Paese. Una proposta da festeggiare e da salutare davvero molto positivamente, soprattutto perché si pone in termini propositivi e di costruzione di alternativa.
Dal mio punto di vista sono soprattutto due gli aspetti da sottolineare in maniera forte. Per prima cosa il fatto che il testo e le dinamiche di Campagna siano state elaborate con un lavoro congiunto e partecipato. Non è facile in generale realizzare un percorso realmente di questo tipo, e lo è ancora di meno su questioni delicate e ancora poco esplorate come quelle che l’iniziativa in questione affronta. Dal testo definitivo si evince invece la forza e le esperienze concrete dei molti mondi che si interrogano da tempo sulla possibilità di una difesa alternativa a quella militare. La sintesi di proposta uscita, davvero condivisa, potrà proprio per questo essere ancora più efficace e comunicabile: in essa si riverberano sia le ipotesi di difesa civile già presenti, come il Servizio Civile, sia i sogni di una struttura nonviolenta e non armata degli interventi statali nei conflitti: i corpi civili di Pace. Il tutto nella cornice di una Legge di Iniziativa Popolare, scelta appositamente come strumento per favorire la partecipazione di persone ed organizzazioni a questo cammino, oltre che come mezzo per una forte azione di maturazione culturale su disarmo e nonviolenza.
Il secondo aspetto da tenere presente riguarda la tempistica di questa proposta. Secondo le Reti promotrici la Campagna “Un’altra Difesa è possibile” arriva al momento giusto nella dinamica di attenzione che l’opinione pubblica ha sviluppato negli ultimi anni su temi come la spesa militare, il concetto di difesa, l’efficacia dello strumento militare (in varie declinazioni). Il successo di diverse mobilitazioni disarmiste e dell’azione concreta e approfondita dei gruppi pacifisti ha portato ad una sensibilità molto alta, negli ultimi tempi. Ed è quindi importante poterla subito intercettare con una proposta che renda concrete le richieste di Pace da tempo rilanciate dai nostri gruppi ed associazioni, anche se in maniera evocativa e generale. In questo senso l’elemento di un primo grezzo meccanismo di opzione fiscale, che permetta al singolo cittadino di destinare una porzione delle proprie tasse alla Difesa civile e non armata, è davvero rilevante. Proprio perché fornisce a ciascuno di noi uno strumento concreto e pratico con cui muoversi, una possibilità efficace e semplice di sostenere una visione diversa di quel dovere costituzionale alla Difesa sancito dall’articolo 52 della nostra Carta fondamentale.