Il 25 aprile dello scorso anno, dopo una pausa di riflessione di diversi anni e con notevole affluenza di pubblico e ricchezza di interventi, all’arena di Verona si è svolta l’“Arena di Pace”, raduno nazionale delle associazioni e dei movimenti per la pace. Durante l’assemblea, che ha visto partecipare 13 mila, in alcuni momenti 15 mila, pacifisti da tutta Italia come negli anni Ottanta e Novanta (il periodo d’oro del movimento), è stata lanciata la campagna “Un’altra difesa è possibile”, promossa da Conferenza nazionale enti di servizio civile, Forum nazionale per il servizio civile, Rete della pace, Rete italiana per il disarmo, Sbilanciamoci!, Tavolo interventi civili di pace. La campagna è stata poi divulgata ufficialmente il successivo 2 ottobre, in concomitanza con la Giornata mondiale per la nonviolenza.
«Obiettivo della campagna è quello di fornire ai cittadini uno strumento per far organizzare dallo stato la difesa civile, non armata e nonviolenta – spiega Mao Valpiana, presidente nazionale del Movimento Nonviolento e coordinatore della campagna – Si tratta di dare finalmente concretezza a ciò che prefiguravano i padri costituenti con il ripudio della guerra, già oggi previsto dalla legge e confermato dalla Corte costituzionale, cioè la realizzazione di una difesa civile alternativa alla difesa militare, finanziata direttamente dai cittadini attraverso l’opzione fiscale in sede di dichiarazione dei redditi».
Tale strumento è stato poi pensato nella forma di una proposta di legge da presentare al governo: in 180 giorni, dal 25 novembre 2014 al 25 maggio 2015, si dovevano raccogliere le firme. Ma non è stato necessario attendere la scadenza dei sei mesi previsti, perché la quota delle 50 mila firme è stata raggiunta prima del previsto. Una raccolta avvenuta in tutta Italia grazie all’impegno di centinaia di associazioni, gruppi, movimenti delle principali reti del mondo pacifista.
«Ma abbiamo registrato l’adesione anche di decine di sindaci di città grandi e piccole (Roma, Milano, Napoli, Genova, Reggio Emilia, Pavia, Modena, Messina, Vicenza, Livorno, Cagliari) e di tanti consigli comunali, come dell’assemblea legislativa dell’Emilia Romagna», prosegue Valpiana.
L’ultima settimana di maggio alcuni rappresentanti del comitato promotore hanno consegnato gli scatoloni con il prezioso contenuto alla camera dei deputati. E il 2 giugno, festa della repubblica, i pacifisti hanno celebrato il felice esito della campagna con due eventi: il primo proprio a Verona, lì dove la proposta è nata, con interventi di padre Alex Zanotelli, Mao Valpiana, Francesco Vignarca (presidente di Rete italiana disarmo), di rappresentanti di Pax Christi ed Emmaus Italia, a dare un’idea dell’ampio spettro di anime associative che il tema unisce. Il secondo a Roma, con l’incontro tra la presidente della camera Laura Boldrini, il ministro del lavoro Giuliano Poletti e i giovani del servizio civile nazionale. Ora la palla passa al parlamento, dove, dal 3 giugno, è iniziato l’iter del disegno di legge.
Servizio di Cinzia Agostini per il settimanale diocesano di Padova “La difesa del popolo” del 21 giugno 2015