4 novembre 1918, l’Italia uscì “vittoriosa” dalla Prima Guerra Mondiale, ogni anno è celebrata in tutte le città d’Italia come la Giornata delle Forze Armate. In più quest’anno, cade la ricorrenza dei 100 anni dall’entrata in guerra dell’Italia e anche a Bracciano le forze politiche di Destra e il Partito Democratico si uniscono nella retorica militarista e della guerra giusta ricordando quegli avvenimenti, riabilitandoli, per meglio giustificare le guerre, quelle in corso e quelle prossime. Ma come è possibile festeggiare e celebrare ancora la vittoria di una guerra?
Per noi dovrebbe essere una giornata di lutto che dovrebbe far riflettere sulla brutalità delle guerre: più di 16 milioni di morti e 20 milioni di feriti e mutilati in Europa, 700mila poveri italiani di cui l’80% contadini: analfabeti o semianalfabeti, giovani e padri di famiglia mandati al macello, costretti a sacrificare la vita in una guerra che non accettavano; mentre chi osava disertare era torturato e fucilato. Una guerra svolta solamente per difendere e tutelare gli interessi e gli affari dei poteri forti e dei potenti, come sempre per tutte le guerre, e per i “capricci” dei re e dei vari politici corrotti.
Una guerra che spianò la strada al fascismo e al nazismo. Papa Benedetto XV la definì “orrenda carneficina”, “suicidio dell’Europa civile” o “inutile strage” e cercò anche di avanzare delle proposte di pace per far terminare la carneficina. Il movimento operaio di tutto il mondo fedele al socialismo internazionalista chiese “una pace senza vinti né vincitori, senza annessioni né indennità.” In quegli anni nacquero i primi movimenti pacifisti e antimilitaristi.
Il 4 novembre 2015 proponiamo di fermarsi e riflettere su ciò che è stato. Lo faremo presentando il libro “La Grande Menzogna”, con uno degli autori, Luca Kocci e al contempo vogliamo ancora affermare l’inutilità delle guerre parlando con il Prof. Giorgio Giannini della Legge di Iniziativa Popolare per l’istituzione in Italia della “Difesa civile, non armata e nonviolenta” presentata in Parlamento. La difesa militare prevede la preparazione della guerra mentre la difesa civile, non armata e nonviolenta prepara la pace, prevedendo una difesa delle istituzioni democratiche e dei diritti fondamentali dei cittadini, senza l’uso della violenza ma con strumenti nonviolenti.