Sabato ventun marzo si è svolta a Collebeato, in provincia di Brescia – nella bassa Val Trompia, a due passi da uno dei maggiori distretti armieri del mondo – una importante Marcia per la Pace, dedicata quest’anno alla campagna “Un’altra difesa è possibile”.
L’amministrazione della cittadina, guidata dal sindaco Antonio Trebeschi, che aveva già deliberato l’adesione alla Campagna e promosso attivamente la raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare per la difesa civile, non armata e nonviolenta, ha voluto coinvolgere attivamente associazioni e cittadini in una fiaccolata serale per le vie del paese, conclusa dall’intervento di Pasquale Pugliese, segretario nazionale del Movimento Nonviolento.
La banda e le fiaccole hanno fatto da suggestiva cornice alle tappe della marcia, curate dalle associazioni locali: presso il Monumento ai caduti della prima guerra mondiale, dove sono stati ricordati i molti conflitti armati presenti nel pianeta e la contraddizione di “missioni di pace” fatte con la guerra (a cura di ARCI e GAS); presso l’albero di cachi proveniente da Nagasaki nel cortile della scuola elementare, dove è stata data testimonianza del dramma dei rifugiati (a cura di ADL a Zavidovici e da un giovane rifugiato liberiano); presso la pietra d’inciampo dedicata al giovane Enrico Brognoli, il giovane collebeatese morto nel campo di concentramento di Buchenvald (a cura di ACLI ed ACR).
Infine, gran parte dei partecipanti – tra i quali sette sindaci della Val Trompia che hanno accompagnato il sindaco di Collebeato, insieme alle centinaia di cittadini – si sono riuniti nella Sala La Serra dove sono state presentate le ragioni della campagna “Un’altra difesa è possibile”. A conclusione, i cittadini e i sindaci presenti hanno firmato per la Legge di iniziativa popolare.
Alla bella iniziativa era presente anche Adriano Moratto del Movimento Nonviolento di Brescia.
(Testo tratto da Azione Nonviolenta online)
La delibera di adesione di Collebeato (BS) in formato PDF
Ed ecco le immagini delle firme dei Sindaci che hanno voluto aderire a “Un’altra Difesa è possibile”