Una campagna a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare per la creazione di un Dipartimento delle Difesa civile
Cinquantamila firme per dire sì alla pace e alla difesa civile del Paese alternativa a quella militare, coi suoi costi e sprechi.
Il progetto di raccolta firme per la presentazione di una proposta di legge di iniziativa popolare è stata illustrata questa mattina a Varese.
La Campagna (promossa da Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile, Forum Nazionale per il Servizio Civile, Rete della Pace, Rete Italiana per il Disarmo, Sbilanciamoci!, Tavolo Interventi Civili di Pace) è stata presentata il 25 aprile a Verona in “Arena di pace e disarmo”, lanciata in occasione della manifestazione nazionale “Facciamo insieme un passo di pace” il 21 settembre a Firenze, divulgata il 2 ottobre in tutta Italia, Giornata internazionale della nonviolenza.
Servono dunque 50.000 firme per depositare alla Camera per la Proposta di Legge di iniziativa popolare il cui titolo è già stato registrato alla Corte di Cassazione e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
“L’obiettivo – si legge nel sito difesacivilenonviolenta.org – è quello di dare uno strumento in mano ai cittadini per far organizzare dallo Stato la difesa civile, non armata e nonviolenta – ossia la difesa della Costituzione e dei diritti civili e sociali che in essa sono affermati; la preparazione di mezzi e strumenti non armati di intervento nelle controversie internazionali; la difesa dell’integrità della vita, dei beni e dell’ambiente dai danni che derivano dalle calamità naturali, dal consumo di territorio e dalla cattiva gestione dei beni comuni – anziché finanziare cacciabombardieri, sommergibili, portaerei e missioni di guerra, che lasciano il Paese indifeso dalle vere minacce che lo colpiscono e lo rendono invece minaccioso agli occhi del mondo. Lo strumento politico della legge di iniziativa popolare vuole aprire un confronto pubblico per ridefinire i concetti di difesa, sicurezza, minaccia, dando centralità alla Costituzione che “ripudia la guerra” (art. 11), afferma la difesa dei diritti di cittadinanza ed affida ad ogni cittadino il “sacro dovere della difesa della patria” (art. 52)”.
In concreto, questo progetto prevede due passaggi fondamentali: l’istituzione di un dipartimento per la difesa civile non armata e non violenta e l’introduzione dell’”opzione fiscale”, cioè della possibilità per i cittadini, in sede di dichiarazione dei redditi, di destinare una certa quota alla difesa non armata, togliendola in ultima analisi dai finanziamenti per la guerra.
Per dare la possibilità a quanti desiderano aderire a questa iniziativa in provincia di Varese, il 30 gennaio 2015 si è costituito il Comitato provinciale di Varese con sede presso i Missionari comboniani in via delle Missioni, 1 a Venegono Superiore . Hanno promosso la costituzione del comitato provinciale le seguenti organizzazioni: Acli provinciale, Arci comitato provinciale, Banca etica Git Varese, Cgil provinciale, Fim Cisl dei Laghi, Legambiente, coordinamento provinciale dei circoli, Missionari Comboniani di Venegono Superiore, Pax Christi punto pace Tradate, Uisp comitato territoriale di Varese, Un’altra storia Varese.
Ecco l’elenco dei comuni della Provincia di Varese in cui è già possibile firmare per la campagna: