L’Aula del Senato ha approvato questa mattina l’articolo 8 del testo di legge delega al Governo per la “riforma del Terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale” (ddl n. 1870). Il testo, passato già da una prima approvazione della Camera, è quello uscito dalla Commissione Affari Costituzionali lo scorso 9 marzo (vedi lancio precedente), con l’unica novità dell’approvazione dell’emendamento 8.207, proposto dal sen. Karl Zeller e altri, appartenenti al gruppo Per le Autonomie., che aggiunge “al comma 1, lettera a), le seguenti parole: «, anche con riferimento agli articoli 2 e 4, secondo comma, della Costituzione»”.
L’articolo 8, che riforma il servizio civile in chiave “universale”, così come proposto dal Governo ormai due anni fa, è passato con i voti favorevoli della maggioranza e del gruppo Misto-SI-SEL, mentre voto contrario è stato espresso dal M5S, da Forza Italia e singolarmente dal sen. Gaetano Quagliarello (GAL).
Di “ampia soddisfazione” dopo la notizia dell’approvazione dell’articolo parla Licio Palazzini, Presidente della CNESC-Conferenza nazionale enti di servizio civile, che al termine dell’Assemblea svoltasi oggi a Roma, ha ricordato come “è importante che la situazione si sia sbloccata. Auspichiamo ora una rapida approvazione di tutto il testo al Senato e pur consapevoli delle difficoltà, chiediamo l’approvazione finale prima dell’estate come segno della volontà del Governo e dei gruppi di maggioranza e opposizione che al Senato hanno votato il testo di aprire nei fatti una pagina nuova per il Terzo Settore e per il Servizio Civile”.
Nel merito per il Presidente della CNESC il testo uscito oggi dal voto del Senato “si avvicina molto a quello proposto dal Governo nel 2014, e su cui avevamo già dato un giudizio positivo, a cominciare dalla parte che riguarda l’inquadramento del servizio civile nazionale nell’ottica di ‘Difesa civile e non armata della Patria’ e dei valori fondanti della Repubblica”.
“Questo riferimento importante per noi non è un punto di arrivo, ma di partenza, per una riflessione culturale che come CNESC intendiamo portare avanti, sulla necessità, nelle sfide globali, anche di una difesa civile e nonviolenta”, aggiunge Palazzini. “Siamo pronti fin d’ora – ci dice ancora – a portare il nostro contributo di soggetti sociali alla definizione del Decreto che attuerà la legge delega. In un quadro positivo consideriamo un elemento di debolezza il fatto che si sia mantenuto un finanziamento su base annuale e l’incertezza sulla stabilità delle risorse, a cominciare da quelle del 2017, cosa che potrebbe rischiare di inficiare la stessa operatività della riforma”.
Per Palazzini è comunque una riforma “valida”, che finalmente apre in maniera chiara il servizio civile ai giovani stranieri favorendo anche la costruzione di un servizio civile europeo e internazionale. (FSp)